Il primo atto da presidente da parte di Lula appena insediato è stato quello di revocare alcuni decreti emanati da Bolsonaro.
Alla cerimonia di insediamento non si è presentato l’ex presidente Jair Bolsonaro, nemmeno per il passaggio del testimone, ed è fuggito in Florida. Nonostante il paese sia diviso a metà e polarizzato tra i due leader, ieri a Brasilia c’è stata una gran festa da parte dei sostenitori di Lula e il parlamento ha acconsentito quasi all’unanime la revoca decisa dal neo presidente di alcuni decreti emanati da Bolsonaro come quello sulle armi e sull’Amazzonia.
Stiamo già lavorando per ricostruire il Brasile“ ha dichiarato su Twitter Luis Inacio Lula da Silva, dopo la cerimonia di insediamento. Il ritorno di Lula alla guida del Brasile per la terza volta è una notizia accolta in modo positivo anche dalla comunità internazionale che aveva visto progressivamente l’isolamento del gigante sudamericano.
Le prime decisioni del neo presidente
Il presidente di centro sinistra ha revocato il decreto che aveva reso inattivo il Fondo Amazzonia, finanziato da Norvegia e Germania. Gli stanziamenti servivano a promuovere progetti di sviluppo sostenibile e di monitoraggio delle aree devastate dal disboscamento illegale o dall’agricoltura intensiva.
Oltre questo, anche i decreti che autorizzavano la vendita e il possesso di armi da fuoco per cacciatori, tiratori e collezionisti sancendo una liberalizzazione della diffusione delle armi in Brasile allargando la tessera per cacciatori anche a comuni cittadini. La politica del leader di destra Bolsonaro era armare la popolazione per aumentare la sicurezza facendo calare gli omicidi.
Lula ha presentato la sua nuova squadra di governo che segna il record della storia del Brasile per il numero di donne: 11 su 37. Nella sua squadra anche partiti che non hanno sostenuto la sua candidatura, il governo è composto infatti da nove partiti questo contribuirà anche a rafforzare la base alleata al congresso. Altri undici ministri invece non sono affiliati ad alcun partito ma sono indipendenti. Tra le novità del governo c’è il ministero per gli Affari indigeni un dicastero creato da Lula per la tutela delle popolazioni native e delle loro terre.